C’è LinkedIn, e poi c’è quello che LinkedIn fa provare.
Dietro ogni like, ogni post non pubblicato, ogni contatto in più, c’è una montagna di emozioni. Lo abbiamo visto chiaramente nelle risposte alla nostra ricerca: per i commerciali italiani, LinkedIn è molto più di una piattaforma. È uno specchio. E a volte, quello che riflette fa paura.
Mi sembrano tutti più avanti di me
Questa frase è stata ripetuta, con parole diverse, da moltissimi partecipanti. Il senso di inadeguatezza è altissimo: c’è chi osserva senza mai postare per paura di “non essere capito o ignorato”, chi legge e basta perché si sente “tecnicamente impreparato”, chi addirittura si affida a un ghostwriter per non doversi esporre.
LinkedIn, per molti sales, non è un campo di gioco, è un palco.
E molti si sentono spesso senza copione.
Tutti formati, nessuno tranquillo
Quasi tutti hanno dichiarato di aver seguito corsi, ricevuto formazione strategica o tecnica. Eppure, il blocco emotivo resta.
Non è (più) un problema di competenza. È un problema di percezione: mi vedranno come un dilettante? Sto davvero dicendo qualcosa di utile?
Il personal branding è importante, dicono, ma viverlo è tutto un altro film.
Chi posta meno non vale meno
C’è una convinzione tossica, alimentata anche dall’algoritmo: se non posti, non esisti.
E così, chi non riesce a essere costante si sente tagliato fuori, in un circolo vizioso dove l’unica via d’uscita sembra essere… smettere del tutto. Ma la verità è un’altra: chi legge con attenzione, chi manda un messaggio privato ben fatto, chi interagisce con autenticità, costruisce relazioni. Anche se non compare nel feed ogni due giorni.
Detto questo, vogliamo essere chiari: la costanza e la frequenza contano. E molto. Ma non si arriva a New York a piedi in un giorno.

Paura di postare: come la si supera? Con i test e la formazione
E se cambiassimo lente?
LinkedIn può diventare uno spazio meno competitivo e più umano solo se iniziamo a raccontarlo anche così. Con meno focus sui numeri e più attenzione alle emozioni. Con meno “cosa dovresti fare” e più “come ti senti a farlo”.
Se sei un commerciale e su LinkedIn ti senti inadeguato, non sei solo.
E se sei un’azienda o un’agenzia che affianca i sales, è ora di parlare anche di questo: non solo strategia, ma anche ascolto, sicurezza, supporto emotivo.
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